Multa per divieto di sosta: motivi di contestazione

A chi non è capitato di lasciare l’auto parcheggiata anche per poco tempo e di trovare una multa sul tergicristallo? Vero che se paghi entro i primi 5 giorni potrai usufruire di uno sconto pari al 30% ma perché non pensare di fare ricorso?

Di seguito una piccola sintesi dei motivi che si potrebbero inserire in un ricorso.

  1. Il Parchimetro non funzionava.

Negli spazi di parcheggio a pagamento può succedere che il parchimetro non funzioni. Occorrerà però dimostrare che il raggiungimento di un altro parchimetro non fosse particolarmente distante. Non esiste una distanza massima definita legislativamente ma sicuramente non può essere richiesto all’automobilista di spostarsi in auto per raggiungere altra zona o farsi una “passeggiata” tra le vie limitrofe.

  1. E’ stato apposto un divieto di sosta temporaneo.

I Comuni possono in occasione di eventi o necessità speciali istituire dei divieti temporanei di sosta che vanno rispettati. Il provvedimento deve essere emenato dal dirigente comunale preposto a pena di nullità.

In questo caso però è bene ricordare che è obbligatorio che il divieto venga esposto con almeno 48 ore di preavviso. Deve trattarsi di cartelli mobili ben visibili.

  1. Stato di necessità.

Se si lascia l’auto in doppia fila o in divieto di sosta si può contestare la multa per stato di necessità. Ad esempio un malore improvviso, un acquisto di un farmaco urgente. Occorrerà documentare i seguenti elementi: urgenza cioè sussistenza di un pericolo grave e attuale, che si tratta di situazione che non ha soluzioni alternative, il danno deve essere grave tale da porre l’automobilista o altra persona in una situazione di pericolo per la vita o l’integrità fisica.

  1. Divieto non segnalato.

Il divieto di sosta deve essere segnalato con appositi cartelli ma non nelle aree in cui già il codice della strada o le normali regole di prudenza impongano il divieto medesimo (ad esempio in curva, in prossimità di accessi al marciapiede per disabili.

  1. Cartello di divieto non visibile.

La segnaletica stradale deve essere chiara e visibile. Un cartello scolorito dal tempo o dal sole, oppure girato dal vento in modo tale che non sia comprensibile a quale strada si riferisca non ha alcun valore e, pertanto, la multa è nulla.

  1. Multa non contestata immediatamente.

L’assenza della multa sul parabrezza dell’auto non costituisce motivo di nullità della multa stessa. Difatti la contravvenzione va comunque spedita sempre a casa dell’automobilista. È da questo momento che quest’ultimo è messo al corrente della sanzione e può fare ricorso o pagare.

  1. Multa con targa sbagliata.

Può succedere che  i verbalizzanti commettano errori materiali nel riportare la targa dell’auto in contravvenzione. In questi casi, se vi è incertezza sull’identità dell’automobilista, la multa è nulla. Si pensi al caso di chi riceve una multa per divieto di sosta in una città dove non è residente o non è mai stato. Se invece viene riportato in modo errato solo uno dei numeri o delle lettere della targa ma modello e colore dell’auto sono esatti, la multa non è nulla.

  1. Multa notificata in ritardo.

Come abbiamo detto, la multa per divieto di sosta, benché già comunicata all’automobilista con una copia sul parabrezza, va comunque spedita a casa dello stesso. La notifica deve avvenire entro 90 giorni dall’accertamento. In caso di mancato rispetto di questo termine la multa è nulla.

 

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